Il calcare fa male?

Danneggia elettrodomestici e tubature. Rende le stoviglie e i vetri opachi. Ma fa anche venire i calcoli?

Il calcare è una vera piaga: si deposita su guarnizioni e resistenze degli elettrodomestici diminuendone l'efficienza, irruvidisce le superfici di lavandini e sanitari trattenendo lo sporco e alla lunga ostruisce anche le tubature.

Ma cosa succede ai nostri reni? È vero che l'acqua di rubinetto fa venire i calcoli? Facciamo chiarezza.

Cos'è il calcare

L'acqua che beviamo contiene diversi minerali e composti organici e inorganici, che derivano dalle rocce con cui viene in contatto. Il calcare è carbonato di calcio, che si forma e si deposita in particolare quando l'acqua viene riscaldata. Possiamo quindi dire che acque ricche di sali calcio sono "dure" e quindi calcaree.

Come funzionano i reni

I reni sono due ghiandole dalle molte funzioni. Una di queste è filtrare il sangue, che vi arriva attraverso una fitta rete di capillari. Nei reni il sangue arterioso viene "setacciato": acqua e sali minerali in eccesso vengono trattenute ed espulse sotto forma di urina, insieme a sostanze di scarto o dannose.

Dove va l'acqua che beviamo

Quando beviamo, l'acqua scende lungo l'esofago e raggiunge l'intestino. Qui, attraverso i villi intestinali, viene assorbita e trasferita nel sangue insieme ai sali minerali in essa contenuti. Questi vengono trattati come i minerali assunti con la dieta, quindi trasportati nel flusso sanguigno e assorbiti dalle cellule in base alle loro necessità. I minerali in eccesso vengono filtrati dai reni e scartati attraverso l'urina.
Il calcio assunto attraverso l'acqua non è diverso da quello negli alimenti che mangiamo: rinforza ossa e denti esattamente come quello contenuto nei latticini.

I calcoli renali

I calcoli renali sono delle piccole aggregazioni di sali che si formano nel tratto urinario. Spesso si tratta di composti del calcio, ma possono anche essere fatti di acido urico o cistina.
I calcoli colpiscono circa il 3% della popolazione e dipendono da diversi fattori:

  • predisposizione genetica
  • sesso: i maschi hanno una probabilità tripla rispetto alle donne di soffrirne
  • disidratazione: se siamo disidratati, i sali minerali, in mancanza di un solvente, tendono ad agglomerarsi nel rene
  • ipertiroidismo: il tessuto osseo perde calcio e lo rilascia nel sangue, portandolo quindi a depositarsi nel rene
  • infezioni, abuso di farmaci

La dieta ha un'importanza relativa: in assenza di altri fattori di rischio, infatti, non è dimostrato che possa effettivamente influire sulla formazione dei calcoli renali. Molto più importante è l'idratazione, che diluisce le urine e impedisce ai sali di aggregarsi, ma la durezza dell'acqua non sembra avere un impatto determinante.

Quale acqua bere quindi?

Le ricerche recenti concordano sul fatto che la quantità sia molto più importante della qualità: i sali minerali disciolti nell'acqua sono pochissimi, in proporzione a quelli che assumiamo attraverso l'alimentazione. Il calcio che ingeriamo bevendo un litro di acqua dura non è comunque comparabile a quello contenuto in un pezzo di formaggio grana, per fare un esempio. Bere acqua dura in abbondanza è comunque meglio che berne troppo poca.