L'insetto che cambiò la storia del vino

Dal 1860 la storia della viticoltura è cambiata per sempre: moltissime specie sono andate perdute e l'ibridazione tra viti europee e americane è diventata fondamentale. Come mai?

La riproduzione della vite

Sin dall'antichità, la vite europea è sempre stata riprodotta per propagazione naturale: questa pratica consisteva nello "staccare" una parte della pianta esistente per crearne una seconda, senza passare per l'impollinazione. La normale fecondazione tra viti dello stesso tipo, infatti, porta alla sterilità nel giro di poche generazioni, mentre incrociando viti di varietà diverse si perderebbero le caratteristiche peculiari del vino desiderato.

Da un paio di secoli, per la precisione dal 1860, la semplice propagazione non basta più.

Proprio nel 1860 in Francia, nella zona di Bordeaux, moltissimi vigneti cominciarono ad ammalarsi.

Il motivo era la fillossera, un insetto proveniente dagli USA che attaccava le radici delle viti. L'infestazione si propagò rapidamente nel resto del continente, mettendo in ginocchio la viticoltura europea e portando all'estinzione di alcune varietà di vite coltivate e propagate sin dal Medioevo.

Si tentarono molte strade per arginare il flagello: iniezioni di solfuro di carbonio nel terreno, sommersione e insabbiamento delle vigne, ma nessuna di queste misure si rivelò efficace. Le uniche a resistere al parassita erano le viti americane e i loro ibridi. Avendo convissuto per molto tempo con il parassita, le specie d'oltreoceano avevano sviluppato un apparato radicale piuttosto resistenteal suo attacco: botanici e vivaisti si lanciarono così alla ricerca di un ibrido che combinasse questa caratteristica con una produzione di uve di buona qualità.Non fu un percorso in discesa: anche se resistevano alle punture della fillossera, le viti ibridate non si adattavano bene al terreno calcareo europeo, e soprattutto non fruttificavano in modo soddisfacente.

L'unica soluzione accettabile era l'innesto di vite europea sulle radici di vite americana: furono selezionate tre varietà di V.riparia, V. rupestris e V.berlandieri, che da allora furono coltivate estensivamente per diventare basi da innesto su cui applicare l'apparato vegetativo della V. Vinifera.

I vigneti furono ricostruiti partendo da nuove radici: la storia del vino era cambiata per sempre, e ancora oggi, camminando tra i vigneti, possiamo osservare il punto di innesto tra la vite europea e le radici di vite americana.