La birra in lattina

24 Gennaio 1935: esce sul mercato la prima birra in lattina, la Cream Ale del birrificio statunitense Krueger.
Il successo è stato massiccio: nel dicembre dello stesso anno erano già 37 i birrifici che utilizzavano la famigliare lattina come contenitore del proprio prodotto, per un totale di 200 milioni di pezzi venduti.
A marzo del ’36 la birra in lattina arriva in Europa, merito dei Gallesi della Felinfoel.

Perché la lattina

L’utilizzo della lattina comporta notevoli vantaggi: in confronto al vetro, l’alluminio garantisce infatti totale protezione dai raggi solari, pari protezione dall’ossigeno, maggiore velocità di raffreddamento, benefici in termini logistici e di trasporto (facilità di stoccaggio, resistenza, peso inferiore) e comodità per il consumatore finale – ad esempio la possibilità di accesso agli eventi pubblici dove le bottiglie sono vietate.

Qualità

Eppure la birra in lattina viene spesso associata a un prodotto di qualità inferiore. Ma è così? La risposta, per fortuna, è no!
Si tratta di un pregiudizio diffuso in realtà giustamente: fino agli anni ’60 la lattina era effettivamente un contenitore che conferiva alla birra un sapore metallico. Grazie al progresso tecnologico però, al giorno d’oggi il rivestimento interno della lattina è studiato in modo da non intaccare le caratteristiche organolettiche di questa popolare bevanda.
Pioniera della birra in lattina di rinomata qualità è stata la statunitense Oskar Blues nel 2002, con la sua Dale’s Pale Ale. In Europa ha seguito la scozzese Brewdog, proseguendo con marchi come Camden Town e Beavertown, e il fenomeno è tuttora in espansione: nel 2010 è stato il turno della Bad Attitude, seguita da diversi marchi noti come la Baladin.

Ambiente

È più eco-sostenibile il vetro o l’alluminio? La risposta non è così immediata.

Se prendiamo in considerazione esclusivamente il materiale, un punto va a favore del vetro, che viene prodotto col silicio, di più facile reperibilità rispetto alla bauxite richiesta per fare le lattine.

Le lattine però sono riciclabili al 100%, per un numero infinito di volte, senza mai perdere le qualità della materia. Per riciclare il vetro è necessario un processo di separazione dei metalli che lo colorano, soprattutto il verde, che ha un impatto ambientale maggiore. Impronta sull’ecosistema che aumenta se valutiamo il fattore trasporto, visto il peso della bottiglia in vetro e il maggiore imballaggio che richiede.

Tenendo conto di tutto ciò, il Wuppertal Institute (istituto di ricerca per l’ambiente), ha calcolato che la produzione di una bottiglia di birra finisce per emettere il 20% in più di gas serra rispetto a una lattina.

Per fortuna la ricerca per limitare il cambiamento climatico prosegue. È del mese scorso la notizia che il noto marchio Carlsberg sta lavorando alla produzione di una linea di birre in bottiglie di carta, suscitando tra l’altro l’interesse di Coca Cola, The Absolute Company e L’Oréal. Il birrificio danese era già stato promotore l’anno scorso dell’iniziativa di rinunciare progressivamente agli anelli di plastica che uniscono le birre in lattina, sostituendoli con una colla speciale. Stanno seguendo il buon esempio aziende come Guiness, facendo ricorso a un cartone riciclabile, Budweiser e Stella Artois.

In conclusione: se brindiamo con le lattine non sentiamo “cin cin”… ma va bene lo stesso!

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