È uno dei simboli della cucina italiana, ma italiano non è: il
pomodoro è originario dei Paesi sudamericani tra
Messico e
Perù.
Le piante di
Lycopersicum esculentum (questo il nome scientifico), furono importate in Europa solo verso la metà del XVI secolo. Inizialmente venivano usate unicamente come piante ornamentali e solo a partire dal Settecento che si cominciò a scoprire la bontà delle sue bacche in cucina.
Il pomodoro appartiene al genere delle solanacee e può presentare frutti rossi o frutti verdi (ricordate i “Pomodori verdi fritti” del celebre film diretto da Jon Avnet?). Attenzione, però, a non confondere questi ultimi con i pomodori non maturi e quindi ricchi di solanina, una sostanza tossica per l’organismo se consumata in dosi elevate.
Oggi i pomodori sono coltivati in tutto il mondo e a renderli tanto impiegati in cucina è anche l’abbondanza di varietà nelle diverse zone di produzione. Solo in Italia, se ne conoscono circa 320 specie.
Nella classificazione possiamo parlare di pomodori a forma tonda (ciliegino, insalataro…) o lunga (datterino, San Marzano…) e con superficie liscia (come il ramato o il camone) o costoluta (cuore di bue e spagnoletta).
L’incrocio tra queste caratteristiche dà vita a un’ampia varietà di pomodori per uso alimentare, sia fresco da tavola, sia cotto. Una nota a parte meritano i pomodori dal frutto piccolo, che si sviluppano a grappolo e hanno sapore dolce, come
ciliegini e
datterini: molto amati dai bambini, colorano le insalate, le
pizze e sono ottimi nei sughi.
Pomodoro e basilico sono una coppia perfetta, non solo nei sughi: i due prodotti freschi si sposano molto bene in tutti i piatti, rendendoli più gustosi, ma anche più digeribili.
Pomodoro o tomato
Il suo nome in italiano deriva dal colore:
la mela d’oro o pomo d’oro, inizialmente, infatti, era di colore giallo dorato.
Solo in seguito alla diffusione in Europa divenne rosso rubino, colorazione dovuta all’alta presenza di
licopene, un antiossidante.
In Francia fu battezzato “
pomme d'amour”, perché a quest’ortaggio erano attribuite proprietà afrodisiache, tanto da essere impiegato in numerose pozioni e filtri amorosi: era usanza per gli uomini
offrire piantine di pomodoro alle dame, come atto d'amor gentile. In molte altre lingue il nome deriva invece direttamente dall’azteco
tomatl o
xiomatl.
La curiosità
La passata di pomodoro è un’invenzione tutta italiana che risale al XVIII secolo, quando i pomodori cotti, schiacciati e passati al setaccio venivano conservati in recipienti di vetro.
Il primo stabilimento industriale per la conservazione dei pomodori risale invece al 1875 a Torino.
Rinfrescante e antiossidante
I pomodori maturano d’estate, quando il nostro corpo necessita di maggiore idratazione: hanno proprietà reidratanti, rinfrescanti e remineralizzanti. Contengono inoltre buoni livelli di
vitamina A e potassio.
Un altro elemento prezioso contenuto nei pomodori ben maturi è il
licopene, un potente antiossidante. I pomodori sono
ricchi d'acqua, che ne costituisce oltre il 94%, pressoché
privi di grassi (0,2%) e con
pochissimi carboidrati (3%). Per questo, 100 grammi di pomodoro fresco apportano solamente 17 Kcal.
Altre vitamine presenti sono quelle del
gruppo B, vitamina C, vitamina D e vitamina E, che assicurano al pomodoro le note proprietà antiossidanti e vitaminizzanti. Tra i minerali presenti: ferro, zinco, selenio, fosforo e calcio favoriscono la remineralizzazione e combattono i
radicali liberi.
Buono non solo per il palato
Il pomodoro non è solo un ingrediente particolarmente apprezzato in cucina, ma anche un rimedio naturale per la bellezza di pelle e capelli.
In caso di
scottature, per esempio, si possono applicare fettine sottili per alleviare il problema (utili anche in caso di punture di insetti).
La polpa fresca frullata e applicata
sul viso combatte l’acne e purifica la pelle. Applicando succo di pomodoro sui
capelli umidi e lasciando agire per circa mezz’ora prima dello shampoo, si otterrà una chioma dai riflessi ravvivati, morbida e setosa.