Scoiattoli alieni

Tenero, agile e... Alieno: lo scoiattolo grigio nordamericano si sta diffondendo nei nostri boschi e parchi. E no, non è una bella notizia.

Regno Unito, 1876: il banchiere Thomas Brocklehurst è appena tornato da un viaggio negli Stati Uniti. Affascinato dalla fauna selvatica del luogo, ha pensato di portare con sé alcuni esemplari di scoiattolo grigio americano, che rilascerà nell'Henbury Park in Cheshire. Un gesto che costerà caro a tutta la fauna selvatica della Gran Bretagna: in pochi anni, anche a causa di introduzioni successive, il roditore colonizzerà tutta l'isola. A farne le spese sarà l'autoctono scoiattolo rosso, la cui popolazione si ridurrà drasticamente a causa della competizione per spazi e risorse.

Come mai?

Le due specie, Sciurus carolinensis (grigio) e Sciurus vulgaris (rosso), si sono evolute in nicchie ecologiche molto simili: mangiano le stesse cose, si riproducono nel medesimo periodo, generano lo stesso numero di piccoli ed entrambe vivono sugli alberi. Una volta inserite nel medesimo ambiente, è impossibile non farle entrare in competizione.

Gli scoiattoli americani, anche se non particolarmente aggressivi, sono molto abili nel sottrarre le provviste alimentari degli autoctoni. Questo rende particolarmente difficile la riproduzione dell'esemplare europeo, poiché la femmina, per entrare in estro, ha bisogno di mangiare a sufficienza. In più, mentre lo scoiattolo rosso è tendenzialmente schivo e solitario, l'altro ha una tolleranza ben maggiore alla densità di popolazione e si adatta bene anche alle zone antropizzate come i parchi cittadini. È anche più resistente: riesce a mangiare di più, assimilano meglio il nutrimento contenuto nella ghianda e accumulano più grasso.

Come se non bastasse, lo scoiattolo americano è portatore sano di un Poxvirus letale per quello europeo.

Nel 2016 l'Unione Europea ha inserito Sciurus carolinensis nella lista delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, mentre l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura lo ha annoverato tra le 100 specie più pericolose su scala globale.

Il caso italiano

La vicenda inglese avrebbe dovuto fungere da monito per tutta l'Europa continentale, ma purtroppo non è stato così: proprio in Italia, più precisamente in Piemonte, nel 1948, vengono rilasciate due coppie di scoiattoli grigi. Nel 1966 cinque esemplari vengono invece liberati in un giardino privato a Genova, e nel 1994 il comune di Trecate, in Lombardia, finanziò il rilascio di tre coppie (poi ricatturate) in un parco urbano a scopo decorativo. Seguirono diverse altre introduzioni, non tutte tracciate, e oggi lo scoiattolo grigio è stato avvistato, oltre che nelle sopracitate regioni, anche in Umbria e Veneto.

Come intervenire?

La discussione sul da farsi è ancora aperta: mentre il WWF e Legambiente sostengono l'abbattimento e la rimozione come unici strumenti di controllo delle popolazioni di Sciurus Carolinensis, la LAV, insieme ad associazioni ambientaliste minori, si oppone alla brutalità del metodo.

Tutti noi possiamo dare un modesto contributo cruelty-free alla salvaguardia dello scoiattolo rosso installando mangiatoie selettive in parchi pubblici e giardini privati. Questi dispositivi permettono di foraggiare gli esemplari europei, impedendo invece ai grigi l'accesso alle provviste. Lasciare cibo per scoiattoli in mangiatoie non selettive, invece, è fortemente sconsigliato: i grigi sono molto più propensi ad avvicinarsi alle zone abitate, perciò sarebbero i primi ad approfittarne.