Vini bianchi per amanti dei rossi

I vini bianchi possono avere gusti intensi come i vini rossi? Rispondiamo a questa e altre domande nell'articolo!

Partiamo dalle basi: bianco e vino rosso sono differenti. Hanno strutture, profumi, gusti e retrogusti diversi. Il bianco è naturalmente più acido e leggero, mentre il rosso è più alcolico e di corpo. Anche la produzione differisce fin dall’inizio, in quanto i bianchi vengono separati immediatamente dalle bucce, mentre i rossi fanno lunghe fermentazioni sulle bucce per estrarre le sostanze coloranti e i tannini.
Si ama il vino bianco perché è fresco, fruttato, floreale, etereo, le bollicine che fanno festa sono prevalentemente bianche, si abbina con tutto e sembra il più facile. Al contrario, si ama il rosso perché caldo, rotondo, vellutato, i suoi profumi sono intriganti, speziati e minerali. Spesso viene definito un vino serio e non adatto a tutti i palati.
La stravagante idea di trovare un bianco che sia simile, o uguale, a un rosso e viceversa è una provocazione complessa: le alternative sono particolari da trovare e sono tentativi alla cieca, considerando il gusto di chi pone il quesito. Dove trovare corpo, alcool, struttura, tannini e rotondità nei vitigni o vini bianchi così da soddisfare gli amanti dei rossi? Pochi vitigni possiedono in sé le caratteristiche, o possono affrontare le tecniche di produzione, che contraddistinguono un vino rosso.
L’internazionale Chardonnay ha in sé le possibilità di soddisfare tali requisiti: se è vero che in regioni fredde si accentua la sua naturale acidità, nelle regioni calde diventa naturalmente più docile, con un maggior apporto di alcool. Un eventuale processo Malolattico tipico dei rossi (cioè la trasformazione da parte di batteri del tagliente acido lattico nel più morbido acido malico) lo rendono intenso. Se l’affinamento viene fatto in barrique (preferibilmente di secondo passaggio) ne verrà fuori un vino bianco dal colore spiccatamente dorato, dai profumi intensi di vaniglia e frutta cotta, e il gusto sarà morbido e rotondo, appagante ad ogni sorso, con ricordi di cioccolato bianco e tostatura discreta, l’acidità bilanciata dai tannini ceduti dal legno. Se non adatto a un brasato, risulta sicuramente equilibrato con un primo a base di gnocchi, un arrosto o dei formaggi stagionati.
In Italia troviamo qualche ottimo esempio nella calda Sicilia, mentre è in California che si trovano eccellenti risultati in quanto la “cultura” del vino affinato in legno non risparmia quasi nessun vitigno che sia bianco o rosso.
Parlando locale e prettamente italiano, invece, questi sono i vitigni che maggiormente si avvicinano alle caratteristiche cercate: la Ribolla gialla e il Verdicchio.
Il Verdicchio, vitigno autoctono delle Marche, viene in alcuni casi chiamato il “bianco che si veste di rosso”, tale è la sua naturale ricchezza di profumi e complessità. Può essere vino da pasto, spumante eccellente, e passito profumato, ma se lasciato a macerare sulle bucce e/o fatto affinare in legno, diventa un vino adatto ai palati degli amanti dei rossi, grazie all’ottima struttura e l’alto tenore alcolico.
La complessità dei profumi è arricchita dal rilascio dei tannini del legno ed è uno dei pochissimi bianchi ad avere il potenziale per poter invecchiare anche oltre i vent’anni, longevità riconosciuta solo ai grandi rossi. Abbinamento ideale con la meravigliosa cucina regionale marchigiana, soprattutto primi piatti a base di funghi o tartufo, secondi di carne bianche, o formaggi di zona.
In Friuli, il vitigno a bacca bianca maggiormente coltivato è la Ribolla, il bianco più ricco e interessante della regione. Il vino che si produce con la Ribolla è di corpo, con profumi golosi di mele cotte e scorze di mandarino, dal retrogusto persistente e piacevole, adatto a medio invecchiamento e simile al gusto rotondo ricercato dagli amanti dei rossi.
Ma grazie a queste caratteristiche, è con la Ribolla che rinascono gli Orange Wines (di cui parleremo in dettaglio prossimamente): vini da uve bianche che effettuano lunghissime macerazioni sulle bucce estraendone colore e tannini, diventando ambrati e complessi, dai sentori di frutta secca e matura e gusti intensi con tannini morbidi. Sebbene sia perfetto con capretto o selvaggina, esprime la parte migliore con il sushi giapponese il suo fascino sta proprio in questa ambivalenza.
Per gli amanti dei rossi in Italia e in Europa sarà una bella sfida trovare alternative con vini bianchi dello stesso livello. È molto più facile in America con la California al primo posto, e poi in Cile, Australia e Nuova Zelanda, dove quasi tutti i vini bianchi prodotti vengono fatti affinare in legno per conquistare morbidezza e rotondità.
Bianco o rosso, leggero o complesso, fresco o caldo: la sfida continua. Cin Cin!