Il calcare è una vera piaga: si deposita su guarnizioni e resistenze degli elettrodomestici diminuendone l'efficienza, irruvidisce le superfici di lavandini e sanitari trattenendo lo sporco e alla lunga ostruisce anche le tubature.
Ma cosa succede ai nostri reni? È vero che l'acqua di rubinetto fa venire i calcoli? Facciamo chiarezza.
L'acqua che beviamo contiene diversi minerali e composti organici e inorganici, che derivano dalle rocce con cui viene in contatto. Il calcare è carbonato di calcio, che si forma e si deposita in particolare quando l'acqua viene riscaldata. Possiamo quindi dire che acque ricche di sali calcio sono "dure" e quindi calcaree.
I reni sono due ghiandole dalle molte funzioni. Una di queste è filtrare il sangue, che vi arriva attraverso una fitta rete di capillari. Nei reni il sangue arterioso viene "setacciato": acqua e sali minerali in eccesso vengono trattenute ed espulse sotto forma di urina, insieme a sostanze di scarto o dannose.
Quando beviamo, l'acqua scende lungo l'esofago e raggiunge l'intestino. Qui, attraverso i villi intestinali, viene assorbita e trasferita nel sangue insieme ai sali minerali in essa contenuti. Questi vengono trattati come i minerali assunti con la dieta, quindi trasportati nel flusso sanguigno e assorbiti dalle cellule in base alle loro necessità. I minerali in eccesso vengono filtrati dai reni e scartati attraverso l'urina.
Il calcio assunto attraverso l'acqua non è diverso da quello negli alimenti che mangiamo: rinforza ossa e denti esattamente come quello contenuto nei latticini.
I calcoli renali sono delle piccole aggregazioni di sali che si formano nel tratto urinario. Spesso si tratta di composti del calcio, ma possono anche essere fatti di acido urico o cistina.
I calcoli colpiscono circa il 3% della popolazione e dipendono da diversi fattori:
La dieta ha un'importanza relativa: in assenza di altri fattori di rischio, infatti, non è dimostrato che possa effettivamente influire sulla formazione dei calcoli renali. Molto più importante è l'idratazione, che diluisce le urine e impedisce ai sali di aggregarsi, ma la durezza dell'acqua non sembra avere un impatto determinante.
Le ricerche recenti concordano sul fatto che la quantità sia molto più importante della qualità: i sali minerali disciolti nell'acqua sono pochissimi, in proporzione a quelli che assumiamo attraverso l'alimentazione. Il calcio che ingeriamo bevendo un litro di acqua dura non è comunque comparabile a quello contenuto in un pezzo di formaggio grana, per fare un esempio. Bere acqua dura in abbondanza è comunque meglio che berne troppo poca.